Rozzano (lunedì, 14 aprile 2025) – È iniziato oggi il processo a carico di Daniele Rezza, accusato dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua, avvenuto a Rozzano nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2024. Un crimine che ha scosso la comunità locale e che ha avuto come movente un episodio tanto banale quanto tragico: la furia omicida scatenata per un paio di cuffie wireless dal valore di pochi euro.
di Maria Chiara Bagnato
La vittima, 31 anni, tornava a casa dal lavoro quando è stata aggredita e accoltellata da Rezza, ventenne con precedenti, che, secondo quanto emerso, l’ha colpita senza pietà al petto. La dinamica dell’omicidio è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza: l’imputato, vestito di nero e con un cappellino bianco, si aggirava con un coltello in mano poco prima dell’aggressione.
Rezza ha confessato il delitto ed è accusato di omicidio volontario pluriaggravato, con le aggravanti di futili motivi e rapina. L’accusa chiede per lui l’ergastolo. In aula, oggi, erano presenti i familiari di Mastrapasqua, visibilmente distrutti dal dolore, mentre l’imputato è rimasto in carcere. La difesa di Rezza aveva chiesto che il processo si svolgesse a porte chiuse, citando presunti rischi per i genitori dell’imputato, ma il giudice ha respinto la richiesta, decidendo per un dibattimento pubblico.
Durante la prima udienza svoltasi al Tribunale di Milano, Marika Mastrapasqua, sorella della vittima, ha espresso la sua indignazione per l’assenza di scuse da parte dell’assassino. «Non ci ha mai cercato per chiedere scusa», ha dichiarato. «Vogliamo giustizia».
Il processo proseguirà nei prossimi giorni con ulteriori testimonianze e la presentazione delle prove, in un tentativo di fare piena luce su un omicidio che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.
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